I metalli (es nichel, zinco, rame, arsenico, ferro, manganese, etc) sono elementi normalmente presenti nell’ecosistema in basse quantità. La presenza di alte concentrazioni nelle matrici ambientali può verificarsi in seguito all’attività di industrie come aziende galvaniche, nichelature e zincature oppure a sversamenti accidentali in falda di inquinanti di origine organica (es idrocarburi, solventi clorurati, etc) che iniziando a degradarsi provocano la lisciviazione di questi componenti dalle particelle di terreno.
A seconda che una contaminazione da metalli avvenga sul suolo o nell’acqua di falda, gli approcci al fine di una detossificazione della matrice in questione possono essere due:
- Acqua di falda: precipitazione in situ dei metalli
- Suolo: lavaggio con miscele di sostanze surfactanti naturali
Risanamento dell'acqua di falda
Ogni metallo è caratterizzato da un ciclo biogeochimico proprio che ne regola il comportamento nell’ecosistema tramite la specie in cui questo è presente.
Per quanto riguarda un ambiente di falda, al fine di rendere non tossica una forma pericolosa persistente, un buon approccio può essere quello di rendere insolubile (scarsamente biodisponibile e non mobile nell’acquifero) una forma solubile che di solito risulta più facilmente assimilabile dagli organismi.
Tale risultato può essere ottenuto controllando in falda parametri come potenziale di ossido-riduzione, pH, ossigeno disciolto e favorendo i processi di adsorbimento e precipitazione su idrossidi di ferro e manganese.
Risanamento del suolo
La contaminazione da metalli dei suoli e sedimenti può essere considerevolmente diminuita tramite il lavaggio degli stessi con soluzioni di sostanze surfactanti di origine naturale.
Tali composti esercitano sui metalli la funzione di chelante portando in soluzione gli inquinanti che possono essere quindi allontanati dalla matrice ambientale solida iniziale